sabato 9 gennaio 2010

MATRIMONIO BIANCO: QUANDO LA VERGINITÁ DIVIENE BARRIERA



Si parla di matrimonio bianco nel caso in cui una coppia sposata non abbia ancora potuto esperire un rapporto sessuale completo conservando una condizione di verginità.
La difficoltà che è all'origine di tale situazione può corrispondere a diverse tipologie di disfunzioni sessuali con una prevalenza del vaginismo nella donna e del deficit erettile nell'uomo.
Le cause del problema sono di natura psicologica collocandosi nella dimensione emotiva e psico-corporea dell'intimità sessuale. Un ruolo significativo è assunto dalle caratteristiche del back-ground educativo e delle fasi evolutive del proprio rapporto con la sessualità e con la corporeità erotizzata. L'immaginario di una barriera, fisica o psicologica, è spesso utilizzata per descrivere il modo di percepire il problema.
Nonostante il disagio che può derivare dal vissuto di una sessualità incompleta, la coppia dispone spesso di un'ottima sintonia relazionale con ampi spazi di condivisione e comunanza di valori. D'altronde nell'ambito della stessa sfera sessuale può esservi una buona intesa con reciproca soddisfazione e scambio di piacere attraverso attività non coitali.
La presenza di tali aspetti compensatori rappresentano certamente una grande risorsa per i rapporto di coppia ma allo stesso tempo possono favorire una prolungata convivenza dei coniugi con la problematica sessuale prima che sia matura un'autentica iniziativa e motivazione ad affrontarla. Il desiderio di un figlio diviene in molti casi lo stimolo a ricorrere ad un supporto specialistico e non è raro che ciò avvenga soltanto quando l'orologio biologico vede significativamente ridotto il periodo utile ad un concepimento.
Una ulteriore complicazione può sopraggiungere nella fase diagnostica della problematica che comporta il rischio di una lettura parziale e medicalizzante del sintomo con carente attenzione alle radici psicologiche e alle implicazioni relazionali della difficoltà con cui la coppia si trova confrontata. In tale eventualità l'approccio farmacologico e la proposta di terapie fisiche invasive sono destinate a fallire prolungando ulteriormente la permanenza della difficoltà e scoraggiando i coniugi circa la reale possibilità di uscire dalla loro condizione fino a mettere in discussione il loro stesso progetto di genitorialità.
La strada terapeutica più centrata ed efficace è indubbiamente l'approccio psico-sessuologico che prevede la partecipazione di entrambi i coniugi in una terapia di coppia o l'alternarsi della terapia individuale con incontri di coppia. Il trattamento si fonda sull'integrazione del colloquio psicologico con tecniche di analisi ed elaborazione dei vissuti corporei e la possibilità di esperienze terapeutiche che la coppia vive nell'intimità domestica.
La prognosi è in genere favorevole con il raggiungimento di risultati progressivi che vedono come tappe fondamentali la possibilità di portare a termine l'atto penetrativo, l'esperienza di piacere durante il rapporto, il raggiungimento dell'orgasmo coitale e quindi la completa soddisfazione e benessere sessuale di entrambi.

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