lunedì 28 ottobre 2013

COME PUÒ AIUTARTI UN SESSUOLOGO?

Terapia Sessuologo Roma
Nel definire il profilo professionale del sessuologo e dunque il tipo di risorsa che esso rappresenta per l’individuo e per la coppia, è importante specificare come se utilizzato genericamente tale titolo può riferirsi a qualsiasi specialista si occupi di sessualità (es. l’andrologo o il ginecologo) ma nella pratica è più comunemente utilizzato per definire la figura del sessuologo clinico o psicosessuologo, ovver lo psicologo psicoterapeuta specializzato in sessuologia clinica.Si tratta di una figura professionale e sanitaria storicamente giovane che nasce negli anni ’70 con la nuova attenzione per la salute e il benessere sessuale dell’uomo e della donna fondando le sue radici nel lavoro scientifico di W. Masters e V.E. Johnson (1966; 1970) e successivamente negli sviluppi terapeutici curati dalla psicoanalista e sessuologa statunitense H.S. Kaplan (1974; 1979).
Il sessuologo clinico è dunque prima di tutto uno psicologo psicoterapeuta con normale competenza nel condurre un intervento psicologico tradizionale che ha acquisito una specializzazione nella diagnosi e il trattamento delle problematiche sessuali maschili e femminili attraverso le tecniche e i saperi della scienza sessuologica. 
Tra le principali competenze del sessuologo clinico la Terapia Sessuale (o Sex Therapy) rappresenta un approccio terapeutico e di coaching per il superamento delle disfunzioni sessuali basato sui principi della psicoterapia cognitivo-comportamentale sviluppati dalla moderna sessuologia nella direzione di una progressiva emancipazione da interferenze come l’ansia da prestazione e altri condizionamenti negativi a favore di un incremento dell’intimità, della comunicazione corporea e della complicità sessuale della coppia.
Un presupposto cardine nello sviluppo dei moderni approcci terapeutici in sessuologia è infatti l’evidenza di come la maggior parte delle difficoltà sessuali siano causate dall’ansia da prestazione e fenomeni ad essa correlati e di come l’intervento terapeutico diretto su tali processi cognitivo-emozionali consenta una solida risoluzione del problema. In tale ottica l’eventuale presenza di conflittualità inconsce e fattori intrapsichici profondi viene approfondita e affrontata solo quando risulti realmente necessario.

La Sex Therapy prevede il suggerimento all’individuo e/o alla coppia di specifici momenti esperenziali da vivere nel privato, al di fuori delle sedute, utili ad una rielaborazione pratica degli schemi emotivi e comportamentali alla base del problema sessuale. Le esperienze proposte sono di volta in volta strutturate sia nelle caratteristiche sia nella loro progressione in base ad un’accurata personalizzazione che rispecchia l’unicità della persona e della coppia e ne accompagna le esigenze evolutive rappresentando un elemento fondante l’efficacia terapeutica. Dunque per quanto alcuni principi esperenziali possano apparire ricorrenti nella terapia sessuologica, in realtà nessun percorso terapeutico è sovrapponibile ad un altro e per questa ragione è sconsigliato l’utilizzo “fai da te” di tecniche basate sull’esperienza altrui in quanto oltre a risultare inevitabilmente fallimentare rischierebbe di scoraggiare circa l’effettiva utilità di una risorsa che gestita da uno specialista risulta invece altamente efficace.
Pur dimostrandosi nella maggior parte dei casi un efficace strumento terapeutico, la prescrizione delle esperienze da svolgere nel privato non rappresenta in ogni caso l’unica strada per affrontare e risolvere una problematica sessuale; quando le esigenze (o preferenze) individuali e di coppia non rendono la Sex Therapy l’opzione più indicata esistono nelle competenze del sessuologo possibilità terapeutiche non necessariamente basate sulla componente esperienziale sopra descritta.
Il sessuologo clinico integra nelle sue modalità d’intervento gli strumenti offerti da quelle aree della psicoterapia e della psicoanalisi che approfondiscono i vissuti psicologici legati alla corporeità, alla propriocezione e all’espressione emotiva, presupponendo d’altronde come il desiderio, il piacere, il coinvolgimento e l’eccitazione sessuale rappresentino proprio delle particolari forme di manifestazioni emotive e come tali siano il risultato di un substrato somatico e psicofisiologico e del correlato vissuto psicologico-soggettivo.
Da questo punto di vista tra i potenziali strumenti utilizzati dal sessuologo sono spesso comprese le tecniche di rilassamento e di consapevolezza corporea, il training autogeno e l’ipnosi clinica, anche tli opzioni terapeutiche vengono valutate e personalizzate in base alle esigenze di ogni singola situazione individuale. 
La convergenza di interesse nel rapporto mente-corpo è alla base dell’integrazione clinica e di ricerca sviluppata nel centro AISPS di Roma tra la sessuologia clinica e la psicosomatica, due discipline che pur possedendo numerosi elementi comuni hanno storicamente avuto campi di applicazione e di studio separati e raramente dialoganti giungendo tuttavia ad analoghe tappe nella comprensione e nell’intervento riguardante benessere psicofisico individuale e relazionale.
Così come il ruolo dello psicologo psicosomatista necessita adeguate competenze nell’ambito della clinica e patologia medica allo stesso modo l’approccio specialistico nell’ambito della sessualità richiede alla figura del sessuologo approfondite conoscenze degli aspetti anatomici e fisiologici della sessualità umana e dei fattori organici (oltre a quelli psicologici e relazionali) che possono essere alla base delle disfunzioni sessuali. In altre parole il sessuologo, oltre alle competenze specifiche di matrice psicologica, possiede le basi del sapere medico in tema di sessualità pur non intervenendo operativamente nella diagnosi e nel trattamento delle eventuali componenti organiche di un problema.
Il sessuologo opera spesso in un lavoro di equipe con gli specialisti medici di riferimento quando esiste una problematica sessuale di natura organica alla quale concorrono fattori psicologici che ne aumentano l’incidenza e la gravità della manifestazione.
Anche nelle disfunzioni sessuali di natura psicologica temporaneamente trattate attraverso supporto farmacologico è fondamentale una concomitante consulenza sessuologica che consenta un lavoro alla radice del problema ed una rapida emancipazione dal farmaco evitando il frequente fenomeno della dipendenza psicologica dall’ausilio chimico e il protrarsi nel tempo di una condizione disfunzionale così compensata.
Il sessuologo orienta il suo lavoro su principi di autentico benessere e soddisfazione individuale e di coppia e non soltanto sul ripristino di una funzionalità meccanica dell’atto sessuale o sul riferimento ad un parametro preconcetto di “normalità”, essendo fondamentale nell’ambito della salute sessuale il rispetto delle differenze soggettive nei vissuti di soddisfazione e benessere. 
Tale attenzione privilegiata alla soggettività e alla libertà di espressione sessuale si concilia nelle competenze del sessuologo ad un’attenta analisi dei fattori antropologici, sociologici e culturali della sessualità umana.

sabato 21 settembre 2013

“MAKE LOVE”, l’educazione sessuale per adolescenti in un manuale (tedesco)

In Germania ha venduto oltre 200mila copie in pochi mesi ed è stato adottato nelle scuole. Pubblicato in Italia da 'L'ippocampo', racconta con un linguaggio sobrio e foto esplicative, il sesso senza vergogna

Make Love

In Germania ha venduto oltre 200mila copie in pochi mesi ed è stato adottato come testo di studio nelle scuole. In Italia è appena stato pubblicato da “L’ippocampo edizioni” e promette di far discutere. “Make love” è un manuale di educazione sessuale scritto da una sessuologa, Ann-Marlene Henning, e da una giornalista freelance, Tina Bremer-Olszewski, entrambe tedesche. A corredo del testo numerose foto intime di coppie eterosessuali e omosessuali realizzate dalla coreana Heji Shin. Il libro racconta il sesso senza vergogna, con un linguaggio sobrio, attraverso un apparato di note di carattere scientifico e antropologico, partendo dal presupposto che viviamo in un’epoca di invasione pornografica – in rete, alla televisione, nelle riviste – ma di sessualità ne sappiamo davvero poco. 
“Make love”, pensato per adolescenti che si avvicinano al sesso per la prima volta, contiene indicazioni – anche pratiche, con esercizi da fare da soli o in compagnia – su come conoscersi e avventurarsi nel mondo del godimento. Il messaggio di fondo è che nominare in modo appropriato il sesso e tutto quel che gli ruota attorno serve ad aumentare la consapevolezza di sé e degli altri e la capacità di gestire desideri, impulsi, situazioni. Si parte con indicazioni su come baciare (“Non si deve mai avere la lingua rigida, fare troppa saliva e l’elica, ruotando come una furia nella bocca dell’altro”) e su come gestire la cosiddetta prima volta, con consigli su come viverla e farla vivere al meglio, senza che si trasformi in violenza. Più volte viene ripetuta l’indicazione che si deve dire di sì solo quando se ne ha voglia e che non ci si deve mai sentire forzati: il “no” è sempre legittimo e deve essere rispettato, anche se arriva all’improvviso.  
Il libro contiene spiegazioni sui diversi orientamenti sessuali, omosessualità, bisessualità, eterosessualità, con un paragrafo dedicato anche a pratiche come il travestitismo e alla questione della transessualità. Ha poi un focus sulle malattie a trasmissione sessuale come Aids/Hiv, epatite b, herpes genitale, papillomavirus, sifilide, gonorrea e sulle tipologie di anticoncezionali ormonali e a barriera, come il preservativo maschile e femminile. Quest’ultimo, il “Femidom“, è “l’unico contraccettivo che protegge dalle malattie a trasmissione sessuale nei rapporti se l’uomo non vuole usare il condom”.  
Il manuale si spinge oltre: senza falsi pudori offre nozioni e tecniche su come realizzare fellatio e cunnilingus (stimolazione orale del clitoride e della vagina) soddisfacenti per se stessi e per il partner. E offre una dettagliata panoramica sull’orgasmo maschile e femminile. Di quest’ultimo rivela che si tratta non solo di una questione mentale, come vorrebbe la vulgata da bar dello sport, ma soprattutto “di nervi”. Infatti, oltre ad articolarsi in fasi, esattamente come quello maschile, l’orgasmo femminile passa dal nervo pudendo “che porta la felicità alla vulva” e dal nervo pelvico “che provvede a un piacere più interno”, interessando “la prostata femminile (zona G)”. 
Il libro di Henning e Olszewski rompe infine gli schemi considerando opzioni come l’uso di “dildo e “strap-on (sex toy a forma di pene indossabile con cintura, ndr) per regalare anche ai maschi eterosessuali la chance della penetrazione anale. Fornisce descrizioni sul fetish, “con una mappa stellare per farsi un’idea di che cosa c’è lì fuori” che passa dalla descrizione di pratiche come l’urofilia, il “bondage” (o “Bdms”, ndr) e l’utilizzo delle lenzuola in vinile “con cui vivere la sessualità in modo nuovo, perfette per un’orgia a base di olio”. Il tutto corredato da un’appendice con indirizzi internet di associazioni che si occupano di sessualità. Tra queste: Agedo  (Associazione dei genitori, parenti, amici di donne e uomini omosessuali, bisessuali e transessuali), Agico (Associazione ginecologi consultoriali), Aisps (Associazione italiana salute psicosomatica e sessuale) e Lila (Lega italiana per la lotta all’Aids).

Fonte: Il Fatto Quotidiano