venerdì 30 settembre 2011

Ansie addio, è la rivincita della coppia.

In controtendenza rispetto alle mode trasgressive: fare l'amore non è solo atto fisico. Ci vuole testa e cuore. Consapevoli, informati, più attenti al rapporto a due, meno paure e tabù: due recenti ricerche raccontano il nuovo rapporto tra gli italiani, le italiane e il sesso

ROMA - il maschio ha assunto nella ricerca sessuologica un ruolo centrale: ci si occupa molto di lui soprattutto dal punto di vista delle disfunzioni, della salute sessuale, delle ansie di cui è portatore. Ma sta aumentando anche l'attenzione alla coppia, alla relazione maschio/femmina, a quello che in età diverse rappresenta lo stile di relazione sessuale. E se da più di 10 anni vediamo sempre più una forte consultazione di coppia, è la donna più facilmente il motore della consultazione. Le coppie giovani chiedono aiuto poco tempo dopo la comparsa dei sintomi sessuali, sia maschili che femminili.

Due ricerche svolte da Astra Ricerche per Eli Lilly su "Gli italiani, i rapporti sessuali e la disfunzione erettile" confermano che sono passati alcuni messaggi che fanno parte della consulenza e della terapia sessuale di coppia. Su un campione di italiani, età 30-60 anni, in cui uomini e donne rispondono sulle condizioni che ritengono più valide e soddisfacenti per fare l'amore, troviamo l'80% che considera importante l'assenza di ansia (era il 58% due anni fa), il 62% che parla del valore della spontaneità, il 58% della passione, il 52% del bello di non avere fretta.

Queste informazioni corrispondono al modello di intervento dei sessuologi che chiedono alla coppia di trovare il tempo per fare l'amore e di esprimere amicizia nell'affrontare la relazione e la sessualità. Mentre nelle risposte al questionario si nota una controtendenza rispetto al messaggio di sesso trasgressivo che sembra così diffuso: gli intervistati (sia nel 2011 che nel 2009) hanno risposto che la coppia è più felice quando l'amore non è solo un atto fisico, ma permette di dare e ricevere piacere, di condividere la scelta, di coinvolgere la testa e il cuore. Questo dato fa pensare che 30 anni di educazione alla sessualità e alla relazione abbiano prodotto un risultato anche nella condivisione di contenuti tra maschi e femmine.

Nella consultazione di coppia usiamo interviste strutturate per indagare il piacere, il fastidio, il dolore e la valutazione di cosa viene ritenuto giusto o sbagliato, per poter poi intervenire nella ricomposizione di una sessualità piacevole e condivisa. Ed è interessante notare come in questa ricerca gli atteggiamenti e le valutazioni del sesso come "schifo", "ribrezzo", "stanchezza" vanno dall'1% al 3% mentre prevalgono le valutazioni positive. Ancora più interessante è il dato in cui emerge che sono componenti importanti per il benessere sessuale "gioia", "felicità", "allegria", "buon umore", "curiosità" e "attenzione".

Compare anche un altro dato molto interessante: gli intervistati pensano nel 58% dei casi che i problemi possono avere una componente psicologica. Anche nella consultazione sessuologica, successiva o precedente alla consultazione medica, si sta affermando l'idea che è importante parlare con un esperto in problemi di coppia e di sesso. Alcuni strumenti importanti per la soluzione dei problemi della sessualità richiedono infatti la conoscenza delle tecniche relazionali di coppia e cognitivo comportamentali per leggere il significato del sintomo, elaborare le resistenze, dare le prescrizioni. Anche in presenza di problemi organici che richiedono un'attenzione medica la capacità di leggere la coppia come risorsa può portare ad un risultato molto forte dell'intervento e ad un uso complice del farmaco se necessario.

Fonte: La Repubblica.it - Salute

domenica 28 agosto 2011

Pillola da 50 anni in Europa,la usano due milioni e mezzo di italiane

ROMA - Mezzo secolo fa veniva venduta la prima confezione in Italia e oggi viene usata da circa 2,5 milioni di italiane, il 16,2% della popolazione femminile. E' la pillola contraccettiva, su cui oggi non vi sono piu' dubbi: e' davvero una formidabile alleata per la donna, non solo per la sessualita', infatti le allunga anche la vita. ''Ricerche scientifiche hanno dimostrato come, nel lungo termine, chi ha usato contraccettivi orali registri una minore mortalita' complessiva e goda di miglior salute - ha affermato la prof.ssa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia clinica del San Raffaele Resnati di Milano durante un incontro alla Versiliana -. In particolare oggi e' in grado di offrire numerosi benefici extracontraccettivi. Dalla riduzione dell'acne e dei sintomi premestruali alla riduzione dei cicli abbondanti, basta scegliere la combinazione giusta''.

''Gli effetti indesiderati come ritenzione idrica o aumento di peso sono oggi superati grazie a dosaggi ridotti e ormoni come il drospirenone, attualmente il piu' usato al mondo - commenta il prof. Francesco Maria Primiero dell'Universita' la Sapienza di Roma -. Questi vantaggi aumentano la 'compliance' delle donne e la loro soddisfazione. E chi sceglie una contraccezione sicura e' anche piu' sensibile alla sua salute in generale''. Proprio per assecondare una popolazione sempre piu' informata ed esigente e' stata messa a punto la prima pillola a base di estrogeno naturale, l'estradiolo: ''Un prodotto che apre nuovi orizzonti per tutte le donne in eta' fertile - continua la prof.ssa Anna Maria Paoletti, della Clinica Ginecologica di Cagliari -. I suoi punti di forza sono l'elevata sicurezza contraccettiva, l'alta tollerabilita' e il ridottissimo impatto metabolico: caratteristiche che la rendono una valida opzione a tutte le eta'''.

martedì 22 marzo 2011

ATTACCHI DI PANICO A ROMA

Da uno studio recentemente diffuso e presentato in Campidoglio risulta che un romano quattro (dunque il 25% degli abitanti della capitale) soffre di attacchi di panico. Gli autori della ricerca promuovono energicamente l’utilizzo di psicofarmaci per gestire la problematica scoraggiando dall’affrontarla attraverso una terapia psicologica. Per molti professionisti della salute gli allarmanti dati presentati appaiono certo una sovrastima rispetto alla reale incidenza del disturbo osservata e realmente allarmante è d'altronde il giudizio proposto sulle psicoterapie che ignora l’evidenza clinica in cui la maggior parte delle persone che soffrono di attacchi di panico possono superare definitivamente il disturbo in circa 6 - 10 sedute attraverso i moderni approcci psicologici e senza l’utilizzo di farmaci. Dove i farmaci risultano necessari l'integrazione tra farmacoterapia e psicoterapia ottimizza e circoscrive il trattamento prevenendo le periodiche ricadute tipiche della soluzione farmacologica. E’ dunque necessario che l’esperienza clinica nostra e di molti colleghi possa essere tradotta in ricerche quantificabili e condivisibili che facciano da contrappeso ad una informazione scientifica troppo spesso finanziata o motivata dal business farmaceutico e non orientata ad autentici obiettivi di benessere e autonomia della persona.